Sabato 6 novembre 2010 è in programma la 13° giornata del campionato di serie B 2010 – ’11 ed il Pescara è protagonista sul campo del Crotone. “La maledizione dell’Ezio Scida” sembra essere il titolo più calzante del film che racconta la storia del Delfino nel capoluogo di provincia calabrese, dove, fatta eccezione per il successo 2 – 1 ottenuto in Coppa Italia il 29 agosto 2001, la vittoria in campionato manca addirittura da 37 anni (esattamente dal 30 settembre 1973, un 2 – 1 conquistato nella trionfante serie C 1973 – ’74 che si concluse poi con la promozione degli abruzzesi nel torneo cadetto). Volgendo lo sguardo, dunque, al passato remoto, le premesse risultano alquanto inquietanti, ma neanche declinando il Pescara al passato prossimo sembrano emergere indicazioni molto confortanti per la trasferta in terra calabra: il Delfino, infatti, è reduce da due sconfitte consecutive (3 – 1 a Padova e 0 – 2 all’Adriatico contro il Modena). La classifica bianco azzurra, comunque, rivela un tredicesimo posto assolutamente dignitoso per un neopromossa. Anche il Crotone, comunque – dodicesimo in graduatoria – ha i suoi problemi: quattro turni senza vittorie (tre pari ed una sconfitta) e zero goal segnati nelle precedenti tre partite. Rinascita cercasi, dunque, per entrambe le squadre. Di Francesco, tecnico degli abruzzesi, sceglie il centrocampo a rombo con Pinna in porta, Zanon, Olivi, Mengoni e Mazzotta in difesa, Nicco, Cascione e Ariatti a centrocampo, Verratti in posizione più avanzata – da tre quartista – alle spalle delle due punte, Sansovini e Soddimo. Menichini, allenatore dei calabresi, presenta il modulo 4-2-3-1 con Concetti tra i pali, Cabeccia, Tedeschi, Abruzzese e Migliore nelle retrovie, Beati e Galardo mediani bassi, De Giorgio, Russotto e Ledesma a supporto dell’unico attaccante, Ginestra. Assenze pesanti per i padroni di casa, orfani degli squalificati Crescenzi e Napoli e degli infortunati Viviani e Cutolo.
Squadre reduci da un periodo poco felice, annessa paura di perseverare nella crisi di gioco e di risultati e padroni di casa in formazione rimaneggiata: ecco gli ingredienti perfetti per una insipida minestra propinata agli spettatori dello Scida. All’8’, ci prova di destro Russotto su punizione a giro dal limite dell’area, con il pallone che scavalca la barriera e sfila via non lontano dal palo alla destra di Pinna. Al 20’, dopo un’azione molto confusa al limite dell’area pescarese, Galardo colpisce di sinistro, calciando potente, ma alto. Poco dopo, su azione d’angolo, Zanon spintona nettamente Beati sotto porta, ma l’arbitro Baratta, sorprendentemente, non assegna il rigore al Crotone. Il Delfino si avvia mestamente all’intervallo orfano di tiri in porta e pure di un uomo, stante l’espulsione di Ariatti, cacciato per doppia ammonizione, di cui l’ultima per un brutto quanto ingenuo intervento falloso su Cabeccia.
Di Francesco, costretto a ridisegnare i suoi con un 4-4-1, toglie subito Verratti e mette dentro Tognozzi, sperando di resistere al presumibile assalto degli avversari. Quindi, al 18’, Sansovini lascia il campo a Bonanni. Il Crotone di giornata, però, è davvero di una povertà tecnica ed agonistica sconcertante. Una sola opportunità, al 26’, con Migliore che, servito ottimamente da Galardo in profondità, spara su Pinna in uscita. Di Francesco viene espulso dal direttore di Gara per proteste, ma, appena giunto in tribuna, eccolo esultare insieme ai venti fedelissimi pescaresi giunti in Calabria per l’insperato vantaggio dei suoi e per di più nato da una sua intuizione fortunata: conclusione mancina dalla distanza di Bonanni e deviazione di Correia (entrato al 28’ al posto di Cabeccia) che spiazza Concetti, fino a quel momento con le vesti ancora candide. Menichini sprona i suoi ad una reazione d’orgoglio almeno nel finale, ma, salvo qualche mischia, la porta bianco azzurra non subisce mai seri tentativi di effrazione.
Così, ecco materializzarsi un successo molto importante – atteso addirittura da quasi 40 anni – a scapito di un Crotone apparso davvero giù di tono, per stessa ammissione di tecnico e dirigenti, e contestato dai propri tifosi. Insomma, mezzo tiro in porta, ma piena soddisfazione..!