Conclusasi da una settimana la serie A 2010 – ‘11, la cadetteria si riprende la domenica per chiudere anch’essa il sipario sul campionato dopo 42 giornate ed il 29 maggio 2011 il Pescara gioca l’ultima gara stagionale a Cittadella. Pare però opportuno tornare indietro di due settimane per raccontare ciò che è accaduto al Delfino a non più di 30 km a sud ovest della splendida cittadina in Provincia di Padova teatro dell’epilogo del torneo biancoazzurro. A Vicenza, gli abruzzesi, in vantaggio 2 – 1, stanno ben difendendo il nono posto, in coabitazione con l’Empoli, che li vede a meno due dai play off per la serie A.
Ultimo minuto di recupero: il biancorosso Tulli scodella da destra la palla della disperazione, Abbruscato allarga illecitamente il braccio per ostacolare la presa aerea del portiere pescarese Pinna riuscendo nell’intento, Botta ne approfitta, venendo steso dal numero uno del Delfino e l’arbitro Candussio decreta il rigore. Triplice la beffa per i biancoazzurri: infatti, oltre al penalty – trasformato da Arma – viziato in origine, espulsione di Pinna ed impossibilità di sostituzione con il secondo portiere – ruolo in cui si improvvisa il difensore Mengoni – stante le tre sostituzioni già effettuate da mister Di Francesco. Che prima abbandona l’area tecnica urlando di tutto alla terna arbitrale per poi… invitare Candussio negli spogliatoi ad ammettere il mea culpa come si fa in chiesa all’atto penitenziale.
Interpretato come un gesto intimidatorio, ovvero la mano poggiata sul petto dell’arbitro, non tarda a materializzarsi pure il quarto elemento beffardo sul groppone del Delfino: squalifica di un mese ed ammenda di 5.000 euro a Di Francesco. Un convulso finale di partita, tra l’altro antipaticamente calato dal destino su un campo tradizionalmente amico come quello del Vicenza, con cui i biancoazzurri stringono un gemellaggio ultra trentennale. Dunque, proprio sul più bello, in un attimo, ecco ridursi al lumicino le speranze di poter continuare ad inseguire il sogno degli spareggi promozione per una serie A attesa ormai da 18 anni in riva all’Adriatico. Lumicino che si spegne definitivamente una settimana più tardi, quando il Delfino naufraga nel proprio mare contro il lanciatissimo Novara, terzo in graduatoria, che vince 2 – 1.
Stagione, dunque, amaramente finita per gli abruzzesi con 90 minuti d’anticipo, tanto che nella settimana precedente l’ultima trasferta di Cittadella non è raro vedere più di qualche giocatore del Pescara concedersi un po’ di relax in vita al mare. Nessuna pausa anticipata, invece, per il presidente Sebastiani ed i suoi collaboratori, già proiettati a programmare il futuro biancoazzurro, che appare imprescindibile da Di Francesco. Nonostante le dichiarazioni dell’allenatore di voler continuare a vivere nella sua Pescara, manca ancora il nero su bianco. La carta dovrebbe però cantare già nei giorni successivi all’ultimo turno di campionato, affrontato dai biancoazzurri con il vice allenatore Pierini che, su input di Di Francesco, schiera con il modulo 4-3-3 Bartoletti in porta, Zanon, Mengoni, Sembroni e Petterini in difesa, Cascione, Verratti, e Berardocco a centrocampo, Sansovini, Maniero e Giacomelli in attacco. Oltre allo squalificato Pinna, non ci sono a centrocampo gli infortunati Ariatti, Gessa e Tognozzi.
Per una squadra dalle motivazioni sottozero, un’altra, il Cittadella, che ne ha da vendere, impegnata ad ottenere la terza salvezza consecutiva in serie B. Due punti e tre squadre sopra la quint’ultima piazza che spalancherebbe le porte al play out per evitare la Lega Pro si potrebbero tradurre per i veneti in un “bene, ma non benissimo”. Le certezze del Cittadella rispondono ai nomi di Foscarini, da nove anni fortificatore delle mura granata e Piovaccari, capocannoniere della B con 21 reti. Contro il Delfino, il tecnico trevigiano, privo dei difensori Melucci e Scardina, mette in campo un 4-4-2 con Pierobon tra i pali, Manucci, Gasparetto, Nocentini e Marchesan nelle retrovie, Job, Musso, Carteri e Di Roberto in mediana, Gabbiadini e Piovaccari di punta.
Come da copione, pile scariche in casa biancoazzurra, subito scardinata sul fianco sinistro dall’estro e dalla velocità di Di Roberto, che crossa al centro per Gabbiadini, in ritardo all’appuntamento sul secondo palo. Capitan Mengoni poi controlla male di testa, regalando palla ancora a Gabbiadini, che testa la prontezza di Bartoletti, bravo a difendersi in angolo, ma, al 18’, il portiere pescarese travolge in uscita Piovaccari, ottimamente servito in verticale da Musso. L’arbitro Doveri decreta giustamente il rigore e manda sotto la doccia Bartoletti. Pierini è costretto, dunque, a rinunciare in avanti a Sansovini per l’ingresso del dodicesimo Cattenari, ventunenne alla prima partita in B, battuto dagli undici metri da Piovaccari.
Con uomo ed infinite motivazioni in meno, incredibilmente il Delfino trova il pareggio dopo soli due minuti: Giacomelli a sinistra crossa due volte, trovando la prima il corpo di Marchesan e la seconda l’incrocio dei pali opposto a nonno Pierobon, vicino a compiere 42 anni. La testa degli abruzzesi però è tutt’altro che proiettata sulla partita e, tempo tre minuti, Piovaccari, in posizione dubbia di fuorigioco, rende ininfluente il fallo su Gabbiadini al limite dell’area, saltando in uscita Cattenari e depositando comodamente a porta vuota 2 – 1, doppietta personale e 23°goal stagionale che lo incorona bomber dei cadetti. Delfino che viene quindi definitivamente buttato giù dalle torri di Cittadella al 34’, quando Gabbiadini, imprendibile, lavora benissimo un pallone sulla sinistra per Di Roberto, che da zero metri non sbaglia.
Pura accademia nella ripresa. Pierobon si allunga con la disinvoltura di un ragazzino a bloccare in due tempi un tiro da lontano di Maniero, per poi osservare la punizione di Verratti perdersi alta alla sua destra. Nel frattempo, Di Francesco e co si consolano con il triplo salto in alto stagionale allievi – primavera – serie B del diciassettenne difensore Perrotta, in campo al posto di Mengoni, ed il rientro in difesa di Vitale, che gioca l’ultima mezz’ora al posto di Berardocco dopo essere stato quasi un anno fermo in seguito alla frattura del perone patita a luglio 2010.
Quando tutto è ormai compiuto, al secondo minuto di recupero, ci pensa Verratti ad addolcire le amarezze del Pescara, segnando il 3 – 2 finale, smarcato in verticale da Cascione.
Un consuntivo, quello del 201 – ’11, in rosso di rabbia; preventivo per il 2011 – ’12 verde di speranza…
Federico Ferretti